Mi trovo nuovamente in Vietnam, paese che confina territorialmente a nord con la Cina e che vive, da qualche anno, anche del copioso e crescente flusso di turismo cinese.
Vi sono stati due casi accertati nel paese, di cui 1 già curato, ed uno in via di guarigione ma ancora in quarantena in un ospedale della capitale commerciale, Ho Chi Minh City (Saigon). Vi sono notizie di un nuvo contagio al nord, nella capitale Hanoi, ma non è ancora confermato.
Per il momento la situazione è sotto controllo in ogni aspetto, le persone non svuotano i supermercati e non si barricano in casa, le mascherine sono però sparite abbastanza in fretta dai maggiori negozi tipo para-farmacie nei piu grossi centri commerciali, per esempio.
Si tratta di un paese con usi e costumi molto diversi dai nostri, tra i quali, l’uso della mascherina comunissimo, sia per guidare il motorino che per camminare per strada, ma non avevo mai visto un negozio senza mascherine in esposizione.
Segno che certamente, la pressione mediatica delle notizie ha il suo effetto sui cittadini sia locali che espatriati, ma la vita di tutti i giorni continua.

Analogamente a come succede in Italia, vi sono notizie false che girano e persone a cui piace lasciarsi andare al ‘corriamo ai ripari’, infondendo panico anche negli altri, ma per fortuna molti vanno avanti con la loro routine, dando cosi una sensazione di tranquillità anche a chi gli sta intorno.
Questo non vuole dire che non prendano precauzioni, le mascherine sono molto piu presenti e si tiene una maggiore distanza fisica dalle altre persone, magari evitando contatti fisici diretti ed adottando misure di igiene particolari, che prima non si usavano (evitare di starnutire ‘apertamente’, lavandosi le mani molto spesso ed evitando di toccarsi il viso), però continuando con le operazioni giornaliere necessarie per far ‘girare’ la città.
Mi sembra il comportamento migliore da seguire, se non vi saranno ulteriori sviluppi particolarmente negativi, perchè allarmarsi serve solo a peggiorare la situazione.
Proviamo solo ad immaginare cosa succederebbe se tutti iniziassero ad accumulare viveri e risorse dai supermercati per poi chiudersi in casa, sarebbe il panico generale, perchè per molti non è la paura stessa del virus a creare il panico, ma il vedere una agitazione generale negli altri.

Personalmente agisco in maniera cauta ma senza esagerazioni, mi tengo aggiornato con fonti scientifiche ufficiali (non con le farneticazioni di Liguori al TgCom24!) e se le cose dovessero subire una escalation negativa, mi comporterò di conseguenza.

Per il momento, queste le precauzioni che prendo:
evito le zone affollate e sopratutto al chiuso, in quanto all’aria aperta il rischio di contagio è bassissimo, qundi niente negozi/bar/cafe/ristoranti, men che meno al chiuso.
Non è cosi male come suona, posso passeggiare quanto voglio all’aperto.
Vado al supermercato il meno possibile, per andarci uso la mascherina e tengo distanza per quanto possibile da altre persone (ricordo che vi sono un numero di cinesi* abbastanza alto ancora, i voli sono appena stati chiusi da e per, ma molti sono ancora qui).
Prima di uscire ed appena rientro mi lavo accuratamente mani e viso.
Ma sopratutto, non mi agito.

Ci auguriamo tutti che l’emergenza rientri presto, nel frattempo, agite cautamente e con cognizione del problema in corso, ma mantenete la calma e la razionalità.
Qui una mappa con tutti i numeri globali del virus, aggiornata almeno ogni 24 ore e con solo dati da fonti scientifiche ufficiali → https://gisanddata.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html dove si può notare che il numero delle persone che guariscono (recovered), sta raggiungendo le morti, e presto le sorpasserà, sperando che le morti si arrestino altrettanto presto e vedremo solo il numero dei ‘recovered’ salire.

Come vi sentite? Risucite a restare calmi o state pianificando il vostro bunker di sopravvivenza nel garage di casa?

*Nota: nomino ‘cinesi’ solo in quanto, ovviamente, vi è più probabilità statistica che possano aver contratto il virus, ma lo faccio in maniera puramente contestuale e ‘cronistica’, non ho nessun pregiudizio nei riguardi del popolo cinese, anzi, pianificavo di visitare per la seconda volta la Cina molto presto e adoro il loro cibo. Questa cosa che questo avvenimento venga usato per sentirsi liberi di offendere un popolo molto vario e vastissimo, è fastidioso ed offensivo per qualsiasi persona dotata di una coscienza ed intelletto, ricordate di dirlo a chi si permette di buttare fango su un intero popolo davanti a voi!

*Nota 2: ‘Settimana 1’ nel senso che comincio la conta da quando la cosa sui media mondiai è apparsa in maniera seria e massiva, in realtà le autorità delle prime zone interessate sanno del virus da corca metà dicembre.